Tutto è partito da qui, dall’Abbazia di San Miniato al Monte, una chiesa antichissima che da 1000 anni domina Firenze dall’alto di una collina dove fu edificata per essere simbolo della “porta del cielo” e anticipazione dello splendore del Paradiso.

Il 28 giugno 2018 le tre porte dell’Abbazia – che è dedicata a un profugo armeno – si sono rivestite dell’oro delle coperte termiche dei migranti, degli esclusi e degli ultimi dando inizio al lungo viaggio di Eldorato.

Ad accompagnarne per primo il cammino è stato Padre Bernardo Gianni, giovane e coltissimo abate di San Miniato, che ha presentato il progetto ricordando quanta importanza abbia il tema dell’accoglienza nel magistero quotidiano di Papa Francesco (che qualche mese dopo lo ha invitato a guidare le sue meditazioni quaresimali).

Insieme a lui lo storico dell’arte Tomaso Montanari che per Eldorato ha scritto la sua “Preghiera per rimanere umani”, subito accolta da molte comunità parrocchiali di tutta Italia; don Andrea Bigalli, esperto di cinema e delegato di Libera in Toscana che, citando Gianfranco Rosi, ha letto l’installazione sulle porte dell’Abbazia come un simbolico “fuocoammare” intriso di visioni escatologiche; e Stefano Mancuso, scienziato e fondatore della neurobiologia vegetale, che ha invitato a fare tesoro della diversità sull’esempio di quanto, da sempre e in modo molto intelligente, fanno le piante.

articolo di Tomaso Montanari sul Venerdi di Repubblica