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GREEN CARD
la Lotteria

Acquistando un abbonamento alla lotteria si potrà partecipare a 30 estrazioni settimanali durante le quali metterò in palio 20 delle opere esposte alle Serre Torrigiani più altre opere. Da inizio anno a giugno 2018 saranno estratte settimanalmente 3 opere. I numeri sorteggiati saranno pubblicati sul sito giovannidegara.org.

 

campi da calcio fioriti 50x50cm

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estrazione n.1 del 4 gennaio 2018

17/52/87

Ha ragione Stefano Mancuso (direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale) quando dice che le piante costituiscono il 99% della biomassa terrestre e quando ci spiega che non dovremmo sottovalutarne l’intelligenza. E ha ragione lo storico dell’arte Tomaso Montanari a dire che il nostro mondo ha senso perché è fatto di paesaggio, di pietre e di popolo e che il nostro passaggio in questo mondo ha poco senso se non capiamo almeno questo.

Ma – a essere onesti – all’uomo contemporaneo importa il giusto sia delle piante che delle pietre. La nostra cifra stilistica dominante, l’unico elemento visibile dallo spazio ripetuto un’infinità di volte identico a sé stesso a qualsiasi latitudine del pianeta, è il campo da calcio. Dribblando sul fatto che il calcio, inteso come Ca, è il quinto elemento chimico in ordine di abbondanza sulla crosta terreste, resta comunque assodato che il vero culto di massa della nostra civiltà è la partita di pallone.

Attenzione, dunque: le piante, i fiori, gli arbusti e i tralci che vedrete nei quadri di Giovanni de Gara in mostra alle Serre Torrigiani non sono esercizi di pittura en plein air. Sono particolari di campi da calcio: campi fioriti di cui la natura si è riappropriata perché – nella parabola darwiniana tanto cara al loro autore - gli uomini ormai si sono estinti e possiamo solo sperare che qualche scimmia prenda a calci un cocomero per ridare inizio al match.

Per approfondire l'argomento Calcio e vedere altri quadri di questa serie potete andare a questo link

https://www.giovannidegara.org/portfolio/campi-da-calcio-201112/

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estrazione n.2 del 6 gennaio 2018

15/12/03

.EL DORATO, la nuova febbre dell'oro

Cosa ci fanno un extraterrestre, un extracomunitario, un re magio e un profugo in un campo il giorno dell'epifania?

La febbre dell'oro di questo millennio porta in Europa flotte di profughi scappati dalle loro terre cercando l'oro del progresso. Trovano la coperta termica. Ora hanno tutto quello che gli serve per l'avventura alla sopravvivenza nelle nostre terre. Le pepite d'Oro che ho forgiato sono fatte di semplice terra e rivestite col materiale termico delle coperte con cui si soccorrono i profughi quando arrivano coi barconi. Si tratta di blocchi d'oro creati in soli 2 minuti tramite un'accelerazione ottenuta col processo alchemico del sottovuoto, è una pepita, un sogno di ricchezza basato su un luccichio sfuocato di una coperta termica visto in lontananza.

link al video

https://www.facebook.com/giovanni.degara/videos/10156099165744744/?l=8269234419549092093

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estrazione n.3 del 11 gennaio 2018

5/32/14

Per approfondire l'argomento Calcio e vedere altri quadri di questa serie potete andare a questo link

https://www.giovannidegara.org/portfolio/campi-da-calcio-201112/

Terzo premio l'ago nel pagliaio

Esiste da sempre, ma ormai ha assunto il significato di impossibile. Tanto più nella società odierna, fondata su produzione frenetica e consumo repentino, manca il tempo per la ricerca.

Nessuno di noi tra i mille impegni ha tempo e modo di dedicarcisi, e poi, la vita è già difficile, almeno trovare l’ago nel pagliaio dovrebbe essere un piacere.

Abbiamo quindi deciso di farlo noi, per voi.

Gli aghi cercati e trovati nei pagliai sono stati messi in apposite scatole di cartone, dove potrete trovarli in pochi minuti e, perché no, rimanendo comodamente seduti sul vostro divano, ed esultare finalmente ‘Sì! Anche io l’ho trovato!’

La scatola contiene: paglia (antiallergenica), n°1 ago da cucire, filo di cotone rosso con annesso cartellino numerato.

Trovato l'ago, legare il cartellino se non si desidera far fatica a ricercarlo.

Tenere fuori dalla portata dei bambini.

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estrazione n.4 del 18 gennaio 2018

60/51/16

I premi di questa estrazione sono gli stessi della scorsa per mancanza di vincitori.

qui il link per vedere il video dell'estrazione

https://www.facebook.com/giovanni.degara/videos/10156134064954744/?l=2929377988018513948

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estrazione n.5 del 25 gennaio, 2018

60/3/59

I primi 2 premi di questa settimana restano gli stessi visto che non sono stati vinti da nessuno la scorsa estrazione.

Il terzo premio è una mappa della metropolitana di Parigi sparata nel 2016 dopo gli attentati, per saperne di più sul progetto FRAGILE potete andare a questo link FRAGILE

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FRAGILE è un dispositivo e un oggetto che nasce dall’esigenza di inserire nelle mappe delle città di Parigi ed Istanbul (2015-16) il senso di terrore e la psicosi che hanno dominato il mondo in seguito alla serie di attentati che sono storia contemporanea.
Voleva essere un aggiornamento razionale e legittimo, fatto con distacco quasi letterale, ma non è stato così; le vicende hanno portato a fare altre riflessioni rivedendo i punti di vista e constatando che purtroppo nessun luogo è sicuro, al di là delle città colpite direttamente dagli attentati.
La realizzazione dell’opera è proseguita nonostante dubbi e timori (inadeguatezza,
cinismo, malfunzionamento) ma gli eventi che si sono susseguiti hanno fatto necessariamente ripensare al senso, alle cause, al perchè e soprattutto a chi?
Non si tratta di avere un’idea chiara, sappiamo solo che in questo mondo disseminato di armi le persone sono diventate deboli e manipolabili, e questo rende tutto più FRAGILE.

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estrazione n.6 del 28/01/2018

63/12/45

Questa estrazione è offerta da Benzoplanet

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video dell'estrazione

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I sassi del secondo premio sono quelli dell'osservatori polifunzionale del chianti OPC, su cui ho fatto l'estrazione e fanno parte di un progetto esposto anni fa dal titolo "Il prezzo dei sassi è in aumento, lo Zen resta un bene di lusso"

Il primo e il terzo premio non erano stati vinti quindi restano gli stessi.

 

BenzoPlanet è un marchio, una factory, un collettivo fondato  da tre artisti fiorentini ( Giovanni De Gara, Lavinia Ferrone, Luca Camilletti) a cui si sono aggiunti per vari progetti altri artisti che lavorano insieme per sviluppare e distribuire alcuni prodotti concettuali in contesti non prettamente artistici, allineando l’opera d’arte  e la funzionalità di un oggetto vero e proprio, di utilità discutibile, ma di possibile fruizione di massa.
Il prodotto finale si rende disponibile al commercio perché si assottiglia il limite tra la destinazione d’uso di un oggetto comune e la sua attribuzione artistica: l’acquirente non è più un collezionista ma un consumatore, un utilizzatore del prodotto.
Si tratta di oggetti che esistono già e fanno parte dell’ordinario collettivo, ma sono sottoposti a un trattamento che ne altera il senso aumentando le chiavi di lettura e di fruizione dell’oggetto stesso: pur mantenendo una sua precisa utilità, diviene archetipo della nostra civiltà.

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estrazione n.7 del 1 febbraio 2018

13/17/1

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guarda il video dellì'estrazione

.A.N.A.S. lavori di asfaltatura
Searching for BP di Chiara Guidoni

Ridenti colline e piccoli borghi con strade asfaltate. È questo ciò che si vede nei dipinti di Giovanni De Gara. Ad una prima occhiata, verrebbe quasi da pensare che l’artista si sia cimentato in un esercizio di pittura en plein air. Che abbia preso cavalletto, tele e colori, sia andato in campagna e abbia iniziato a dipingere, con fare calmo e descrittivo, come tanti prima di lui, in Toscana, in Italia e in tutto il mondo, hanno fatto. Però non è così. Quei quadri appartengono tutti alla mano e all’occhio di pittori fiorentini, sconosciuti o meno, di cui si è persa la memoria, o quasi. De Gara su di essi è intervenuto con una macchia di colore, di un colore ben preciso, il nero. Ha coperto le strade che quei pittori prima di lui avevano ritratto, ognuna diversa, ognuna inserita nel proprio paesaggio e nel proprio ambiente. De Gara letteralmente le asfalta, le rende tutte uguali, tutte figlie di quel progresso che trova nella velocità e nella connettività le sue massime ambizioni. Ciò che vediamo stona con ciò che la nostra memoria riconosce. Non sono più i paesaggi rurali, tanto cari alla tradizione, in particolare quella toscana, che vede in Ottone Rosai il protagonista indiscusso, in cui la gamma cromatica attinge dai toni della terra e della natura. Si vedono in queste opere quegli stessi paesaggi, ma ci si può aspettare che da un momento all’altro passi in velocità un’automobile a mutare e sconvolgere quella pace e quell’equilibrio, che gli autori dovevano aver provato al momento dell’esecuzione. Ma sui quadri di De Gara l’automobile non arriva, non ve ne è traccia. Dopo qualche istante si inizia a percepire la pesantezza di questo silenzio, di questa immobilità. Nessuno occupa le strade, pensate e create per essere percorse e per null’altro. Perdendo il loro fine, sono svuotate di significato e ciò che lasciano ai nostri occhi si manifesta solo come segno grafico.

Se Weidlé ci dice che l’opera d’arte è una parola che viene detta da uomo a uomo, De Gara parla ad un mondo in cui l’uomo non c’è, o meglio, non c’è più. Interviene quasi serialmente. Usa sui dipinti lo stesso gesto che la globalizzazione ha usato sulla nostra terra, servendosi di quella che è la metafora massima del progresso e della capacità di avanzare dell’uomo: la strada. Strada che ci connette e abbatte tutte le differenze, gli ostacoli; strada che però è stata realizzabile solo al prezzo di soffocare tutto ciò che vi era sotto, tutti i colori, tutta la vita. Il nero dell’asfalto diventa quindi anche simbolo di morte, di una condizione in cui il cambiamento, se non ben congegnato, può divenire asfissia per i caratteri e le realtà locali, per l’identità.

In alcune opere l’artista interviene doppiamente, tramite l’inserimento di una piccola figura che possiamo identificare con una donna giapponese in kimono. Ella diventa elemento di confusione e di estraneità, quasi un punto di domanda all’interno di quei quadri in cui, prima che De Gara e la globalizzazione arrivassero, regnava la pace più assoluta. Questa piccola figura vaga e si perde, passa da un quadro all’altro, percorrendo le strade vuote alla ricerca del BP. Non ci è dato sapere la vera natura del BP. BP? British Petroleum, la società petrolifera? Black Pope, il Papa della fine del mondo? A voi la scelta. L’unica cosa che possiamo dire con certezza è che questa figura è sola, nessuno la circonda. Sembra spaesata nel percorrere questi sentieri neri in cui non si può scorgere nessun’altra traccia umana se non quella data dal risultato di un intervento precedente, un’eredità di asfalto e petrolio. Tuttavia niente è in divenire, pare tutto fermo, in pasto ad un presente che l’uomo sembra aver abbandonato.

Chiara Guidoni

a questo link potete vedere alcuni quadri asfaltati

A.N.A.S. lavori di asfaltatura

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estrazione n.8 dell 8 febbraio 2018

20/77/71 sulla ruota di Firenze

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estrazione n.9 del 15 febbraio 2018

11/66/53

guarda il video dell'estrazione

 

 

estrazione n.10 del 22 febbraio

 

estrazione n.11 del 1 marzo

22/42/58

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estrazione n.12 dell'8 marzo

72/85/41

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estrazione n.13 del 15 marzo

28/89/74

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estrazione n.14 del 22 marzo

70/31/87

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estrazione n.15 del 29 marzo

88/9/72

 

estrazione n.16 del 5 aprile

7/31/8

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estrazione n.17 del 14 aprile

84/2/76

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estrazione n.18 del 19 aprile

29/37/30

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estrazione n.19 del 30 aprile

10/46/24

 

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estrazione n.20 del 7 maggio

57/73/1

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estrazione n.21 del 19 maggio

89/21/64

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estrazione n.22 del 1 giugno

90/33/49

Italy!!

il premio per tutti e tre i vincitori

 

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estrazione n.23 del 14 giugno

67/19/58